La trance agonistica
La concentrazione è formata da vari elementi. Innanzitutto può essere il riflesso a un comando, come l’“ai vostri posti” dello starter di una gara di velocità. In quel momento, l’atleta si isola dal resto del mondo ed è concentrato soltanto sulla sua postura e sulla voce dello starter, pronto a scattare dai blocchi allo sparo. Oppure può essere una strategia di difesa, ad esempio in un contesto lavorativo, quando occorre rispondere in breve tempo a un’email importante e urgente, e in quei pochi minuti a disposizione isoliamo il vociare dei colleghi, il telefono che squilla e ogni altro stimolo ambientale. Si innesca una sorta di trance in cui il cervello usa tutte le risorse a disposizione per svolgere al meglio l’unico compito sul quale siamo appunto concentrati, ignorando i disturbi esterni e le interferenze che farebbero perdere la concentrazione, appunto.
Concentrazione elevata = risposta veloce
Dunque, se la concentrazione è una sorta di automatismo mentale, come può essere allenata e resa più efficace?
Innanzitutto, abituandoci ad una forma di attenzione di tipo selettivo. Isolando i segnali di disturbo, si può imparare a raccogliere il maggior numero possibile di indizi che danno la possibilità al nostro cervello di decidere il più rapidamente possibile e addirittura di anticipare le mosse future. Più l’attenzione è focalizzata, maggiore è la concentrazione e più veloce è la risposta.
Un altro aspetto su cui si può lavorare molto è quello di riuscire a mantenere la concentrazione il più a lungo possibile, usando opportune strategie per far riposare il cervello nei brevi momenti in cui ci si può rilassare senza correre rischi.
Infine, si può imparare a spostare la nostra attenzione molto velocemente da un segnale importante a quello successivo.
Quindi: consapevolezza, controllo della situazione e potenziamento degli automatismi mentali, cosicché l’energia mentale richiesta per eseguirli sia minima.
È il momento di agire!
Che ne pensi di lasciare proprio tu il primo commento qui sotto? Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)
La concentrazione è formata da vari elementi. Innanzitutto può essere il riflesso a un comando, come l’“ai vostri posti” dello starter di una gara di velocità. In quel momento, l’atleta si isola dal resto del mondo ed è concentrato soltanto sulla sua postura e sulla voce dello starter, pronto a scattare dai blocchi allo sparo. Oppure può essere una strategia di difesa, ad esempio in un contesto lavorativo, quando occorre rispondere in breve tempo a un’email importante e urgente, e in quei pochi minuti a disposizione isoliamo il vociare dei colleghi, il telefono che squilla e ogni altro stimolo ambientale. Si innesca una sorta di trance in cui il cervello usa tutte le risorse a disposizione per svolgere al meglio l’unico compito sul quale siamo appunto concentrati, ignorando i disturbi esterni e le interferenze che farebbero perdere la concentrazione, appunto.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Concentrazione elevata = risposta veloce
Dunque, se la concentrazione è una sorta di automatismo mentale, come può essere allenata e resa più efficace?
Innanzitutto, abituandoci ad una forma di attenzione di tipo selettivo. Isolando i segnali di disturbo, si può imparare a raccogliere il maggior numero possibile di indizi che danno la possibilità al nostro cervello di decidere il più rapidamente possibile e addirittura di anticipare le mosse future. Più l’attenzione è focalizzata, maggiore è la concentrazione e più veloce è la risposta.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Un altro aspetto su cui si può lavorare molto è quello di riuscire a mantenere la concentrazione il più a lungo possibile, usando opportune strategie per far riposare il cervello nei brevi momenti in cui ci si può rilassare senza correre rischi.
Infine, si può imparare a spostare la nostra attenzione molto velocemente da un segnale importante a quello successivo.
Quindi: consapevolezza, controllo della situazione e potenziamento degli automatismi mentali, cosicché l’energia mentale richiesta per eseguirli sia minima.
È il momento di agire!
Che ne pensi di lasciare proprio tu il primo commento qui sotto? Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)