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Come tenere un diario utile (stop a problemi e tormenti)







In questa Pillola di Coaching butto lì un paio di domande binelliane: ha senso tenere un diario? E se proprio vuoi tenerlo, sai cosa è davvero utile scriverci?



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Commenti

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Chiara on :

Ciao Massimo, ben ritrovato! Rifletto un momento sulla tua pillola di oggi e devo dire che condivido ciò che dici solo parzialmente. È una lettura certamente valida per le persone che tendono a rimuginare, ma non per tutti. In molti infatti, trovano nella formula del diario una sorta di catarsi per i pensieri che altrimenti resterebbero pesanti e chiusi nella testa. Queste persone, scrivendono, riescono a compiere un primo passo di elaborazione e osservazione per poter poi giungere a quella dimensione di consapevolezza che, condivido con te, è necessaria ad un percorso di crescita. Come sempre, grazie.

MB on :

Ciao Chiara, altro caffè pagato per la fedeltà! La prossima volta, però, ti offro una camomilla, ok? Altrimenti avrò sulla coscienza la tua ipertensione… Premetto che, al di là della provocazione dichiarata, il mio livello di osservazione è quello del coaching, con il quale si parte dalla consapevolezza del presente per sviluppare le potenzialità future (allenamento mentale al successo), mentre il tuo è un approccio terapeutico, che, “secondo dottrina”, si applica a persone affette da disturbi mentali invalidanti (e per affrontare un problema voi psicoterapeuti dovete giustamente andarne a scavare le radici nel passato). Detto questo, io penso che congelare per iscritto un problema, o un dolore, lo rende cronico, lo fissa in modo indelebile. A cosa serve tornare indietro, mi chiedo e ti chiedo? Se continuiamo a pensare che la causa dei nostri insuccessi è radicata nel passato, un passato che per di più abbiamo scritto con dovizia di particolari, come possiamo liberarci di questa zavorra? Ogni nostra azione sarà condizionata da quel macigno che sta lì, scolpito come su una lapide. L’unico modo, sempre secondo il mio punto di vista, il punto di vista del mental coach, mi ripeto, è liberarci del passato, lasciarlo andare, e concentrarsi solo sul presente, su ciò che siamo e ciò che abbiamo, per puntare ai nostri obiettivi.

Il passato smette di essere uno schermo che ci impedisce di vedere le opportunità del presente soltanto quando lo molliamo, dunque, se il diario deve essere una catarsi, come tu dici, allora consiglia pure ai tuoi pazienti di scrivere tutto, ma poi invitali a bruciarlo, quel dannato diario! ;-)

Patrizia on :

Secondo me tenere un diario non e' così negativo. Tante volte ti può aiutare a superare momenti di stress eccessivo o di paura. Lo scrivere le sensazioni che si provino in un determinato momento aiuta sminuirle e quindi a superare più facilmente le difficoltà. Se in un momento di stress o comunque problematico tu tieni un diario di ciò che provi, delle tue sensazioni; quando le vai a rileggere, anche nella stessa giornata, non ti sembreranno così orrende come quado le hai scritte. E' come se tu le avessi confidate al tuo migliore amico. Quindi secondo me rileggere un diario non può essere come ritirare fuori uno scheletro superato, anzi ti fa sentire bene perché comunque capisci che sei stato in grado di superare una cosa che sembrava insuperabile

MB on :

Patrizia, anche per te vale lo stesso consiglio, che poi è una delle tecniche che si usano in Pnl per far scomparire un problema: brucia quelle pagine dopo averle scritte e dopo che sei sfogata, lascia andare il passato e concentrati solo sul presente… :-)

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