Giuseppe Conserva, re del deserto della Namibia
I 25 atleti selezionati per correre 150 chilometri nel deserto, provenienti da 6 Paesi (13 italiani, 3 sudafricani, 3 statunitensi, 2 austriaci, 2 tedeschi e 2 namibiani) si sono ritrovati sabato 1° luglio all’aeroporto di Francoforte, dove si sono imbarcati per Windhoek, la capitale della Namibia. Domenica il gruppo si è addentrato nel deserto, 380 chilometri a sudovest della capitale.
Lunedì la prima tappa: 38 chilometri per mettere a punto le gambe e per studiare gli avversari. Giuseppe Conserva, prendendosi un rischio che aveva ben calcolato durante un anno di dura preparazione, fisica e psicologica, perché occorre fiato e testa per correre in solitudine sulle sabbie infuocate, ha scelto fin dall’inizio di scoprire le sue carte. Ha staccato il gruppo ed è arrivato al traguardo in 3:05:35, infliggendo un primo pesantissimo distacco di oltre 22 minuti agli inseguitori più competitivi. Gli ultimi, giusto per rendere l’idea della durezza della corsa, sono arrivati con quasi due ore e mezzo di ritardo.
Martedì è stata una giornata campale: seconda tappa di 18 chilometri al mattino, verso il suggestivo Sesriem Canyon, una gola profonda 30 metri scavata nell’arco di secoli dal fiume Tsauchab, e terza tappa di 15 chilometri al tramonto. Si è trattato di due prove non particolarmente impegnative dal punto di vista dei dislivelli e del terreno, a tratti sassoso e sconnesso, tra antilopi, orici e struzzi, curiosi più che impauriti, ma gli atleti erano consapevoli che la fatica e i chilometri aggiunti alle gambe si sarebbero fatti sentire nella maratona e tra le dune del deserto del Namib, le ultime due tappe. Conserva ha vinto di nuovo entrambe le prove, nonostante il salto di un segnale che gli ha fatto perdere un po’ di tempo. Da sottolineare la lealtà degli inseguitori avvantaggiati dall’errore, che hanno atteso al ristoro il capoclassifica, “restituendogli”, con rara onestà sportiva, il tempo guadagnato involontariamente.
Mercoledì quarta tappa dedicata alla maratona sulla distanza regolare di 42,195 chilometri, da percorrere all’interno dell’area più incontaminata del parco del Namib. La classifica ha subìto uno scossone, ma Conserva è rimasto saldamente in testa, vincendo con uno straordinario 3:27:24 e accumulando un vantaggio di un’ora sulla classifica generale, un tempo ormai irrecuperabile.
Giovedì tappa finale di 34 chilometri, sulle altissime dune del Namib, con partenza dalla celeberrima Duna 45, la più alta del mondo, verso il cuore del deserto per sfidare la Crazy Dune: quasi trecento interminabili metri di sabbia instabile da salire prima di puntare al traguardo della piana di Sossusvlei. Anche nella quinta prova dominio del nostro Conserva, che ha concluso in 2:53:49, laureandosi così vincitore assoluto della gara in 12:14:48, con oltre un’ora di vantaggio sul secondo classificato. In premio il prezioso piatto d’argento e la partecipazione gratuita all’edizione 2007 della corsa.
Giuseppe è tornato a casa sabato sera, provato ma visibilmente soddisfatto. Tra le sue prime parole, la dedica ai figli Paolo ed Elena e alla moglie Claudia, e un doveroso ringraziamento all’allenatore Fulvio Massini e a tutti gli sponsor che hanno reso possibile la grande impresa: Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Ente Cultura e Sport, Omya, Milano Assicurazioni Agenzia di Carrara, Edil Restauri, Deltamar, Metro Marmi e Graniti, Fidel, Training Consultant, Il Parquet, Sport Life, Macelleria Piero e Parrucchiere Felice.
In serata, festa a sorpresa a Gragnana, organizzata dagli orgogliosi compaesani.
Il servizio è stato pubblicato oggi da “La Nazione”, Primo Piano Carrara, pag. XI:
© Luglio 2006 Massimo Binelli. Tutti i diritti riservati su testo e foto.

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Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,
che ne' monti di Luni, dove ronca
lo Carrarese che di sotto alberga,
ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca
per sua dimora; onde a guardar le stelle
e 'l mar no li era la veduta tronca.
Lunedì la prima tappa: 38 chilometri per mettere a punto le gambe e per studiare gli avversari. Giuseppe Conserva, prendendosi un rischio che aveva ben calcolato durante un anno di dura preparazione, fisica e psicologica, perché occorre fiato e testa per correre in solitudine sulle sabbie infuocate, ha scelto fin dall’inizio di scoprire le sue carte. Ha staccato il gruppo ed è arrivato al traguardo in 3:05:35, infliggendo un primo pesantissimo distacco di oltre 22 minuti agli inseguitori più competitivi. Gli ultimi, giusto per rendere l’idea della durezza della corsa, sono arrivati con quasi due ore e mezzo di ritardo.
Martedì è stata una giornata campale: seconda tappa di 18 chilometri al mattino, verso il suggestivo Sesriem Canyon, una gola profonda 30 metri scavata nell’arco di secoli dal fiume Tsauchab, e terza tappa di 15 chilometri al tramonto. Si è trattato di due prove non particolarmente impegnative dal punto di vista dei dislivelli e del terreno, a tratti sassoso e sconnesso, tra antilopi, orici e struzzi, curiosi più che impauriti, ma gli atleti erano consapevoli che la fatica e i chilometri aggiunti alle gambe si sarebbero fatti sentire nella maratona e tra le dune del deserto del Namib, le ultime due tappe. Conserva ha vinto di nuovo entrambe le prove, nonostante il salto di un segnale che gli ha fatto perdere un po’ di tempo. Da sottolineare la lealtà degli inseguitori avvantaggiati dall’errore, che hanno atteso al ristoro il capoclassifica, “restituendogli”, con rara onestà sportiva, il tempo guadagnato involontariamente.
Mercoledì quarta tappa dedicata alla maratona sulla distanza regolare di 42,195 chilometri, da percorrere all’interno dell’area più incontaminata del parco del Namib. La classifica ha subìto uno scossone, ma Conserva è rimasto saldamente in testa, vincendo con uno straordinario 3:27:24 e accumulando un vantaggio di un’ora sulla classifica generale, un tempo ormai irrecuperabile.
Giovedì tappa finale di 34 chilometri, sulle altissime dune del Namib, con partenza dalla celeberrima Duna 45, la più alta del mondo, verso il cuore del deserto per sfidare la Crazy Dune: quasi trecento interminabili metri di sabbia instabile da salire prima di puntare al traguardo della piana di Sossusvlei. Anche nella quinta prova dominio del nostro Conserva, che ha concluso in 2:53:49, laureandosi così vincitore assoluto della gara in 12:14:48, con oltre un’ora di vantaggio sul secondo classificato. In premio il prezioso piatto d’argento e la partecipazione gratuita all’edizione 2007 della corsa.
Giuseppe è tornato a casa sabato sera, provato ma visibilmente soddisfatto. Tra le sue prime parole, la dedica ai figli Paolo ed Elena e alla moglie Claudia, e un doveroso ringraziamento all’allenatore Fulvio Massini e a tutti gli sponsor che hanno reso possibile la grande impresa: Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Ente Cultura e Sport, Omya, Milano Assicurazioni Agenzia di Carrara, Edil Restauri, Deltamar, Metro Marmi e Graniti, Fidel, Training Consultant, Il Parquet, Sport Life, Macelleria Piero e Parrucchiere Felice.
In serata, festa a sorpresa a Gragnana, organizzata dagli orgogliosi compaesani.
In corsa nel deserto
La vittoria
Il piatto d’argento e la medaglia
La festa a Gragnana
Il servizio è stato pubblicato oggi da “La Nazione”, Primo Piano Carrara, pag. XI:
© Luglio 2006 Massimo Binelli. Tutti i diritti riservati su testo e foto.

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Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,
che ne' monti di Luni, dove ronca
lo Carrarese che di sotto alberga,
ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca
per sua dimora; onde a guardar le stelle
e 'l mar no li era la veduta tronca.
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