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Il Blog di Massimo Binelli

Crescita Personale

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«Sei consapevole dell’importanza di accettare i fallimenti per continuare a crescere, ossia, per dirla in altre parole, del fatto che per riuscire a vincere bisogna saper perdere?». È questa la “domanda da cento pistole” a cui dovrai rispondere una volta arrivato alla Pillola 11 del mio libro “Atleta Vincente”. Il capitolo, che ti fornisce gli strumenti per imparare ad accettare gli insuccessi, si apre con queste parole: «Il giorno in cui considererai una sconfitta come un’opportunità di rinascita, potrai dire di essere diventato un Atleta Vincente, perché per vincere prima di tutto bisogna saper perdere». Vittoria e Sconfitta (e scrivo entrambe con l’iniziale maiuscola), tuttavia hanno due facce, o meglio: sono le due facce di una stessa medaglia.

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Nelle Pillole di Coaching, e con questa siamo a 114!, cerco di trasferire alle migliaia di persone che mi seguono in tutta la mia galassia social, atleti, professionisti, imprenditori o studenti che siano, strategie per far emergere le loro potenzialità (che poi, lo ribadisco, è il principio che differenzia il coaching dalla formazione), tuttavia c’è un “mostro” difficile da sconfiggere. Il suo nome, solo a pensarlo, ancor prima di pronunciarlo, incute già timore: si chiama ERRORE. Ho proposto un’infinità di strategie, compresa quella potentissima, trattata nell’ottava sessione del mio videocorso Atleta Vincente, che ho chiamato “bolla di energia”, ma certe volte non basta nemmeno questa: l’atleta che incappa nell’errore ne viene fagocitato, come è capitato alla povera Cappuccetto Rosso divorata dal lupo cattivo. Ecco allora che ne ho escogitata un’altra delle mie, la tecnica del jolly. Vuoi scoprirla?

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Per questa Pillola prendo spunto dalle parole di Gianmarco “Mezzabarba” Tamberi, alias Gimbo, tratte da un’intervista rilasciata al QN nel giorno di esordio dell’atletica a Rio 2016, il 12 agosto scorso. È passato un po’ di tempo, ma il senso della riflessione è sempre attuale. Rispondendo al cronista che gli chiedeva «cosa pensa ogni volta che rivede quel salto che è costato l’Olimpiade e una probabile medaglia», Gimbo disse (cito testualmente): «L’ho rivisto tante volte il salto. È sbagliato dice il mio mental coach, è sbagliato dice mio padre, è sbagliato dice la mia ragazza. È sbagliato rivederlo, ma non ci riesco perché se ci penso credo sia una cosa impossibile, quindi lo rivedo e penso “è impossibile”». Sembra impossibile, caro Gimbo, perché tutto stava andando a meraviglia, ma è successo, e succede a molti atleti di infortunarsi alla vigilia di un appuntamento importante. Cosa poteva fare Gimbo per archiviare Rio 2016, mettere da parte i rimpianti e puntare a Tokyo 2020, e cosa può fare chi dovesse trovarsi nella sua situazione?

Pubblicato in Crescita Sportiva

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