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Il Blog di Massimo Binelli

Crescita Sportiva

Lunedì, 29 Febbraio 2016 08:46

Resilienza, Volontà e Motivazione (Miglioramento verso l’Eccellenza)

Il termine “resilienza” è impiegato in molti campi, dall’ingegneria, per definire la caratteristica di un materiale di assorbire energia senza rompersi, all’informatica, per indicare la capacità di un sistema di garantire la propria continuità di servizio; dalla biologia, per spiegare la proprietà di un sistema vivente di tornare al proprio equilibrio dopo una variazione o un danno, alla psicologia, per definire la capacità di una persona di reagire in modo positivo alle difficoltà e ai traumi e riorganizzare la propria vita riuscendo persino a raggiungere obiettivi importanti. Di recente, nel corso di uno dei seminari “Atleta Vincente”, che tengo in giro per l’Italia, ho parlato di resilienza in ambito sportivo, ma nessuno dei partecipanti sapeva cosa fosse.

Prima di iniziare ti rivolgo una domanda: vuoi diventare un Atleta Vincente, ossia un atleta che è in grado di esprimere al massimo le sue potenzialità? Visita il sito AtletaVincente.com e richiedi subito i miei tre video gratuiti per capire di cosa si tratta!



Definizione di resilienza in ambito sportivo

La resilienza è la capacità di lavorare sodo, mantenendo la motivazione al livello più elevato possibile per tutto il tempo necessario al raggiungimento del tuo obiettivo principale.

Ti piace? In questo enunciato sono contenuti quattro concetti fondamentali, che fanno la differenza tra un buon atleta e un Atleta Vincente. Vediamoli uno ad uno.

I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.


Lavorare sodo. Per arrivare all’eccellenza, in qualunque sport o disciplina, occorre sgobbare, non ci sono formule magiche e non c’è doping che tenga, perché anche il doping, pratica illegale, non etica e citata solo come ipotesi per assurdo, ti permetterebbe di sopportare meglio la fatica e di far rendere di più il lavoro svolto, ma non lo potrebbe sostituire!

Motivazione. Per lavorare sodo, ogni giorno, serve una motivazione potente, una carica che ti spinga a completare anche la decima ripetuta quando alla nona il corpo ti urla di smettere, o che ti dia la forza di arrivare al trentesimo chilometro, se sei un maratoneta e stai facendo un “lungo”, quando al ventesimo ti viene da vomitare dal dolore muscolare. La motivazione è quella forza interiore che ti spinge a cambiare un’abitudine o un comportamento oppure, ed è ciò che ci interessa dal punto di vista sportivo, la volontà ferrea di sopportare allenamenti dolorosi e faticosi, tanto dal punto di vista fisico quanto da quello mentale, per migliorare un dettaglio tecnico, per incrementare una prestazione, per raggiungere un obiettivo.

Tempo. Per arrivare all’eccellenza, in qualunque disciplina, non ci sono scorciatoie: è necessario impegnarsi con costanza e determinazione. Bisogna acquisire giorno dopo giorno la consapevolezza crescente di ciò che stiamo facendo. Non deve trattarsi di una ripetizione meccanica di qualcosa che ci hanno istruito a fare o che noi abbiamo visto fare. Occorre certamente agire sulla quantità, ossia sulla ripetizione di un esercizio o di una specifica attività, però è necessario farlo con grande partecipazione, cercando di capire cosa succede al nostro corpo.

 

Per approfondire: “Perseverare è umano”, di Pietro Trabucchi


Hai mai sentito parlare della legge delle 10mila ore, formulata nei primi anni Novanta da un’équipe di ricercatori guidata da Anders Ericsson?

A seguito di uno studio molto approfondito, è stato dimostrato che il successo è frutto dell’esercizio costante e della preparazione scrupolosa, non di un fantomatico talento innato, e che per raggiungere l’eccellenza, in ogni campo dell’attività umana, occorre arrivare ad accumulare 10mila ore di allenamento! Se poi c’è anche il talento, ecco che con l’allenamento costante si diventa campioni. Prova a fare un rapido calcolo, moltiplicando le ore della tua pratica settimanale per il numero di settimane in cui ti alleni in un anno, così potrai avare un’idea di quanta “resilienza” dovrai ancora impiegare per raggiungere i tuoi traguardi.

Obiettivo principale. Per dare un senso alle 10mila ore di pratica, occorre puntare ad un obiettivo, a un obiettivo SMART-P, ossia un obiettivo Specifico, Misurabile in modo oggettivo, orientato all’Azione, Realistico, cioè considerato raggiungibile, e fissato in un arco di Tempo ben preciso. Io mi sono preso la licenza di aggiungere all’acronimo SMART, che significa anche “intelligente”, perché un obiettivo ben formato tale deve essere, la lettera, la “P” di Positivo, perché un obiettivo per essere SMART deve essere formulato in modo positivo e deve essere in armonia con il tipo di attività oggetto della volontà di cambiamento e di crescita, altrimenti manca lo stimolo giusto, manca l’energia che solo la motivazione può scatenare.

 

Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...


La Formula del Miglioramento
A questo punto dovrebbe essere più comprensibile anche la differenza tra i concetti “volontà” e “resilienza”. La volontà è il motore che ti consente di puntare ai tuoi obiettivi con costanza e determinazione, affrontando sacrifici talvolta importanti in termini di ore di sonno perse, relazioni sociali compromesse e dolori fisici. La resilienza, invece, è il carburante del motore volontà, è una forza ancora più intensa che ti permette di mantenere costanti motivazione e volontà anche quando i risultati tardano ad arrivare e ti verrebbe voglia di smettere. È la capacità straordinaria, tipica delle persone vincenti, di rialzarsi dopo ogni errore, aumentare ancora di più l’impegno per migliorarsi e diventare così sempre più bravi. Il “segreto” della resilienza è tutto qui:

ho sbagliato > reagisco > posso migliorare

Dobbiamo domandarci quale insegnamento scaturisce da ogni errore e dobbiamo rivolgerci due domande potenti per innescare la reazione e il successivo miglioramento.

  1. Rispetto a tutto ciò che ho fatto, cosa avrei potuto non fare e cosa sarebbe cambiato?
  2. Rispetto a tutto ciò che non ho fatto, cosa avrei potuto fare e cosa sarebbe cambiato?

È una piccola anticipazione della mia Formula del Miglioramento, trattata nella decima sessione del videocorso Atleta Vincente. L’Atleta Vincente è colui che reagisce alla sconfitta, archivia l’errore e riparte immediatamente con una nuova motivazione verso il prossimo obiettivo, verso il miglioramento.


È il momento di agire!
Vuoi saperne di più? Visita il sito AtletaVincente.com e scopri come puoi diventare un Atleta, e soprattutto una Persona, Vincente. Oppure contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)

 

Ultima modifica il Giovedì, 01 Agosto 2019 08:30

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