«La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni» [Pietro Mennea]
Con la parola “gioco” si intende un’attività volontaria e divertente praticata a scopo ricreativo. Se tale attività è soggetta a regole rigide e obiettivi da conseguire, diventa competitiva e dunque si può ricondurre nell’ambito delle attività sportive.
Sulla base di questa definizione, si potrebbe pensare che soltanto i “giocatori” pratichino attività divertenti, mentre tutti gli altri sportivi, generalmente identificati con un nome che deriva dalla loro attività (pesista, velocista, maratoneta, tuffatore, tiratore) facciano tutto fuorché divertirsi.
Ebbene, non è così, non può e NON DEVE essere così, perché per diventare Atleti Vincenti la sofferenza deve sublimare in piacere e l’aggressività deve diventare “sana cattiveria agonistica”. Io ne so qualcosa...
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Quand’ero (più) giovane (se vuoi saperne di più, leggi la mia biografia sportiva), trascorrevo tutto il tempo che non era dedicato allo studio in una palestra polverosa e rumorosa a sollevare bilancieri.
A chi mi diceva “ma chi te lo fa fare, esci con gli amici a divertirti” rispondevo che per me sollevare pesi era un… divertimento!
Oggi, che sono diversamente giovane, dedico diverse ore alla settimana ad allenarmi su una pista di atletica, con il sole, con la pioggia e persino con la neve (è raro, ma è capitato).
A chi mi dice “ma chi te lo fa fare a questa età” rispondo che se non fosse un divertimento, non lo farei nemmeno se mi pagassero...
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Pensa a divertirti. Il risultato verrà di conseguenza
Con tutti gli atleti che hanno scelto di affrontare il mio PerCorso di Sport Coaching Top, basato sul metodo “Atleta Vincente” (da cui è stato tratto il bestseller “Atleta Vincente”), nel corso della prima sessione parlo di “Dialogo Interno”, di “Pensiero Positivo” e di “Strategie” per diventare dei vincenti.
Una di queste, nel corso del tempo è diventata la “Formula delle 5S” (i miei coachee e i miei quattro o cinque lettori sanno che sono un amante delle formule):
Sorridi e Semplifica, e il Successo arriva Senza Sforzo.
Un Atleta Vincente deve imparare a SORRIDERE, perché l’ambiente dove si allena non è un campo di lavori forzati, il teatro di gara non è un patibolo e la gioia interiore è una scelta consapevole.
Un Atleta Vincente deve riuscire a SEMPLIFICARE, ovvero selezionare in modo consapevole soltanto ciò che apporta gioia, serenità, divertimento ed eliminare tutto il resto.
Un Atleta Vincente deve essere capace di “FARE RESET” quando è il momento di sperimentare con tutti i sensi il “qui e ora” per chiamare a raccolta tutte le sue risorse e lasciarsi andare oltre la soglia della fatica estrema e del dolore, per riuscire a tirare fuori il 100 per 100 delle proprie potenzialità, in automatico, sapendo che soltanto in questo stato di grazia può giungere al SUCCESSO SENZA SFORZO.
La competizione deve essere sana, improntata al miglioramento delle proprie prestazioni. Il risultato, non mi stancherò mai di ripeterlo, è una CONSEGUENZA della prestazione, non può e non deve essere l’obiettivo principale, perché altrimenti la gara diventa una lotta sfrenata, finalizzata unicamente al voler dimostrare di essere più bravi degli altri, a discapito del gioco e del divertimento, e talvolta persino della lealtà sportiva.
Gioco e sport, quindi, devono essere un connubio indissolubile, a qualsiasi età. Dobbiamo trasmettere ai bambini il messaggio che è importante giocare facendo sport e che si fa sport giocando, instaurando nuove relazioni, mettendo alla prova le proprie abilità, per il piacere di migliorarle, non per umiliare un avversario.
Anche in pista si è “nemici” dai blocchi fino al filo di lana (che, come amo ripetere spesso, non esiste più da un secolo ma è sempre un’immagine suggestiva), ma si torna ad essere amici dal traguardo in poi.
Rispetto e Lealtà: Parole Vincenti
Un vero campione non mortifica mai un avversario, anche se è il suo peggior nemico; di contro, non si sente mai in colpa se gli soffia la vittoria all’ultimo tuffo, anche se quell’avversario è il suo migliore amico. È la legge della competizione: all’ultimo sangue, ma sempre leale.
Se vinci tu, stringi la mano al primo degli sconfitti e gli dici: “Stavolta ho vinto io, ma la prossima volta potrai rifarti”.
Se sei tu il primo degli sconfitti, vai a stringere la mano al vincitore e gli dici, sorridendo: “Bravo, questa volta hai vinto tu, ma la prossima volta ce la metterò tutta per batterti”.
È questo lo spirito di una competizione sana e mai fine a sé stessa. Una competizione che, comunque vada, ti fa vivere sensazioni profonde, ti fa capire che per “migliorare” occorre faticare, sudare e soffrire ma, come dicevo, per un vero Atleta Vincente, si tratta di fatica, sudore e sofferenza che si trasformano in emozioni intense e durature.
È il momento di agire!
Se invece finisci ogni allenamento con il ghigno che aveva Mike Tyson quando ha strappato un pezzo di orecchio a Evander Holyfield; se l’agonismo ti logora e spezzi più racchette di John McEnroe; se quando arrivi secondo vorresti uccidere chi ti ha battuto, beh, allora contattami e partiamo dalla prima delle 5S! Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)