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Il Blog di Massimo Binelli

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Dopo aver trattato il tema del muro del trentesimo chilometro, che un maratoneta professionista oggi affronta dopo circa 90 minuti di corsa a un ritmo disumano di 3 minuti al chilometro, ossia 18 secondi ogni 100 metri (e chi non ha la percezione di tali misure provi a correre anche soltanto 300 metri a questa andatura, poi ci ragioniamo su), spingermi ad associare il concetto di “resistenza” a un tempo di 30 secondi può sembrare un tantino azzardato. Eppure non è così, perché dopo 30 secondi di sforzo massimo, nei meandri della mente di un atleta (ma potrei dire di un essere umano in generale), succede qualcosa di molto insidioso.

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Nella Pillola 124 ho affrontato il tema della responsabilità personale che cancella gli alibi e che consente di sviluppare l’atteggiamento del “gareggiare per vincere perché non si ha nulla da perdere” (Regola 6). Gareggiare per vincere significa possedere la piena consapevolezza dei punti di forza individuali e restare concentrati sulle proprie sensazioni, vivendo la fase agonistica all’interno della bolla come un momento di godimento puro. In questa condizione di massima attivazione agonistica, un atleta dovrebbe riuscire a dare il 100 per 100, ma non sempre ci riesce.

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«Non diciamole che la sua prima avversaria è l’atleta più forte di tutta la categoria, tanto lei non sa chi è, altrimenti si blocca». Ho ascoltato queste parole, dette da un allenatore ai suoi collaboratori, mentre stavo seguendo alcuni atleti durante un’importante gara internazionale di karate. Per la karateka da tenere all’oscuro degli scherzi della sorte, dunque, si sarebbe trattato di un primo combattimento che valeva una medaglia, perché sconfiggere l’avversaria più quotata avrebbe spianato la strada verso la finale, ma il suo allenatore ha ritenuto opportuno non farglielo sapere. Dal punto di vista mentale, quali sono i pro e i contro di una simile strategia?

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Nella Pillola 76, quella in cui parlo delle strategie che un Atleta Vincente può adottare per dare il massimo in gara, ho usato per la prima volta la definizione “cattiveria agonistica”. L’argomento è ampiamente trattato nel mio libro “Atleta Vincente. Strategie e tecniche per diventare campioni nello sport e nella vita”, tuttavia ho deciso di riprenderlo in questo articolo perché molti atleti mi chiedono come può essere potenziata questa “cattiveria” positiva senza sconfinare nell’aggressività negativa.

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Te lo chiedo subito senza indugi: vuoi diventare un Vincente? Se conosci le mie Pillole di Coaching, avrai capito che mi piace questo termine, ma chi è veramente un Vincente?

Pubblicato in Editoriali di MB

Per un atleta, una delle fasi più critiche da gestire è quella del riscaldamento. In molte altre Pillole ho spiegato che quando è il momento di iniziare a muoversi, con la classica corsetta che fa salire le pulsazioni e attiva il sistema cardiocircolatorio, è importante partire anche con il riscaldamento mentale. Bisogna sviluppare la consapevolezza del momento e dialogare con il proprio corpo, con ogni muscolo, piuttosto che sprecare energie pensando ad altro. Vi sono discipline sportive, come l’atletica leggera, dove tutto è calibrato al minuto, quindi l’atleta può pianificare il riscaldamento con un anticipo (quasi) perfetto. In altre discipline, invece, l’incertezza regna sovrana e un atleta può ritrovarsi a dover gestire un riscaldamento lunghissimo. Infine, ci sono gare molto rapide, come una corsa di 100 metri, e gare estremamente lunghe, come l’incontro di tennis tra John Isner e Nicolas Mahut giocato nel primo turno del torneo di Wimbledon 2010, durato 11 ore e 5 minuti... Come si gestiscono queste situazioni estreme?

Pubblicato in Crescita Sportiva

Se mi segui già da un po’, ormai avrai capito che quando nei miei video indosso la maglia dell’Atleta Vincente parlo di sport, mentre quando affronto temi di crescita personale, applicabili nella vita in generale, porto una camicia. Lo faccio per dare un’informazione a colpo d’occhio dell’argomento che tratterò nella Pillola. Dunque, ora che mi vedi in divisa sportiva, nell'immagine di corredo a questa notizia, ti starai giustamente chiedendo che c’entri la solitudine con lo sport, non è così? Ottima domanda!

Pubblicato in Crescita Sportiva

Dopo le sette tappe dell’Atleta Vincente Tour, terminato sabato 10 a Imperia, il 2016 si chiude con un evento molto atteso: la presentazione del libro “Le sfumature della mente in un colpo di stecca”, di Ettore Zubani e Fabio Bardon, edito da La Caravella.

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Ad Ariano Irpino, è arrivato l’ottavo oro del 2016! La mia stagione ufficiale si era chiusa due settimane fa con la settima medaglia conquistata all’Aquila alla finale del Campionato Italiano di Società. Grazie a tale risultato, tuttavia, era arrivata la convocazione per un fuori programma, il primo Trofeo delle Regioni, organizzato dalla Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera, ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, in concomitanza con l’inaugurazione di un nuovo impianto sportivo intitolato a Pietro Mennea.

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Buon sangue non mente! I gemelli Maria Elena e Raffaello, classe 2000, figli del Maestro Lino Milanta, storico fondatore e presidente dell’Atletic Club Carrara, con la maglia della Repubblica di San Marino hanno vinto l’oro al terzo Campionato Europeo di Karate dei Piccoli Stati, che si è disputato nei giorni scorsi a Malta. Sette le squadre presenti: Andorra, Cipro, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, e San Marino, per un totale di 332 atleti.

Pubblicato in Sport

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