Uno dei miei più riusciti “marchi di fabbrica”, perché di invenzioni e di trovate linguistiche diventate ben presto dei tormentoni ne ho collezionate un bel po’, è la Formula CCCP, spiegata nella prima sessione del videocorso AtletaVincente.com e nella Pillola 1 del mio libro. È un appiglio mnemonico per ricordare in modo simpatico come deve essere formulato un pensiero efficace, e se è il primo pilastro su cui poggia il mio percorso di allenamento mentale, puoi capire quanto siano importanti le “parole” che pensiamo e quelle che pronunciamo. Oggi ti parlo di altre due parole fondamentali: “se” e “quando”.
Nella Pillola 138 ti ho suggerito le strategie da mettere in atto per creare un livello di osservazione della vita positivo e, di conseguenza, per consolidare una prospettiva degli eventi potenzialmente positiva. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo certamente concentrarci sulle opportunità, sulle soluzioni ai problemi e su ciò che abbiamo attorno a noi e dentro di noi, tuttavia potrebbe non bastare, soprattutto se ci rendiamo conto che talvolta è sufficiente un solo pensiero fuori posto per farci cambiare stato d’animo, con il rischio di compromettere l’esito di un evento importante. Si può fare “prevenzione”?
Tutti i percorsi di allenamento mentale che propongo, da quello base, che può affrontare con il faidaté chi acquista il mio libro “Atleta Vincente”; a quelli intermedi, tramite una delle Formule del videocorso AtletaVincente.com, che prevedono parte del lavoro da svolgere in autonomia e parte con me; fino a quello avanzato, che si svolge esclusivamente con me, in modo personalizzato, partono dalla ristrutturazione del dialogo interno, che io considero il primo pilastro su cui costruire le fondamenta della potenza mentale di un vero Atleta Vincente. Lo scopo che mi prefiggo è di creare un livello di osservazione della vita positivo e, di conseguenza, consolidare una prospettiva degli eventi positiva.
La visualizzazione è uno dei pilastri su cui poggia la potenza mentale di un Atleta Vincente. Per questa ragione, ne ho già parlato in diverse Pillole, che ti invito a rivedere, a partire dalla numero 48, e ovviamente sviluppo l’argomento sia nel videocorso AtletaVincente.com sia nel mio libro. Ciò nonostante, grazie alle domande che mi rivolgono gli atleti che seguo e grazie all’esperienza che accumulo giorno dopo giorno, continuano a emergere con regolarità livelli di osservazione fino a quel dato momento sconosciuti e nuovi spunti di miglioramento.
“Open”, la biografia di Andre Agassi è uno di qui libri che io definisco stregati. Sono scritti con un’alchimia tale che quando inizi a leggerli non vorresti più smettere fino alla fine, ma nel contempo, man mano che divori le pagine (e sono quasi 500!), ti viene voglia di rallentare, per non far finire l’idillio troppo in fretta. Il mio obiettivo, da mental coach, era quello di capire tra le righe quali strategie possa aver adottato un atleta che, pur odiando con tutto il cuore il suo sport, il tennis, è riuscito, unico al mondo, a vincere un Golden Slam, cioè i quattro tornei del Grande Slam più l’oro olimpico.
Nella Pillola 76, quella in cui parlo delle strategie che un Atleta Vincente può adottare per dare il massimo in gara, ho usato per la prima volta la definizione “cattiveria agonistica”. L’argomento è ampiamente trattato nel mio libro “Atleta Vincente. Strategie e tecniche per diventare campioni nello sport e nella vita”, tuttavia ho deciso di riprenderlo in questo articolo perché molti atleti mi chiedono come può essere potenziata questa “cattiveria” positiva senza sconfinare nell’aggressività negativa.
Ad Ariano Irpino, è arrivato l’ottavo oro del 2016! La mia stagione ufficiale si era chiusa due settimane fa con la settima medaglia conquistata all’Aquila alla finale del Campionato Italiano di Società. Grazie a tale risultato, tuttavia, era arrivata la convocazione per un fuori programma, il primo Trofeo delle Regioni, organizzato dalla Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera, ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, in concomitanza con l’inaugurazione di un nuovo impianto sportivo intitolato a Pietro Mennea.
Buon sangue non mente! I gemelli Maria Elena e Raffaello, classe 2000, figli del Maestro Lino Milanta, storico fondatore e presidente dell’Atletic Club Carrara, con la maglia della Repubblica di San Marino hanno vinto l’oro al terzo Campionato Europeo di Karate dei Piccoli Stati, che si è disputato nei giorni scorsi a Malta. Sette le squadre presenti: Andorra, Cipro, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, e San Marino, per un totale di 332 atleti.
Sette medaglie d’oro, da quella “pesante”, conquistata agli Europei Indoor di Ancona lo scorso 3 aprile nella staffetta della rappresentativa italiana 4x200, fino all’ultima, nella staffetta 4x100, vinta ai recenti Campionati Italiani di Società (CdS), che hanno messo la parola fine alla lunga stagione ufficiale dell’atletica leggera master. È questo il mio ricco bottino, fiero portacolori dell’Atletica Pistoia, una delle prime 10 società italiane in campo maschile e femminile.
Quando ripenso al 200° oro olimpico della storia italiana, conquistato nel judo da Fabio Basile, anche se è già passato più di un mese, provo ancora una grande emozione. Sono fatto così, la gioia di un atleta che raggiunge l’obiettivo più importante di un’intera carriera, in qualunque disciplina, mi fa commuovere, perché so cosa significa soffrire per anni, sacrificare la propria gioventù per lo sport, per una medaglia, anche di latta. Chi non ha questo fuoco dentro, e magari liquida le tue fatiche con un “ma chi te lo fa fare”, il più delle volte detto in modo quasi beffardo, come a lasciare intendere “io mi godo la vita, sono più furbo di te”, mi fa quasi pena, non sa cosa si perde. Nel turbine delle interviste, Basile, ancora tra l’incredulo e il frastornato, ha detto: «A Tokyo, nel 2020, avrò qualcosa da perdere», ricordi? Ma è davvero così?