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Morbus italicus

Sí, perché se da una parte i Cruscanti stanno combattendo una «crociata» per difendere la lingua italiana dall’invasione dei forestierismi (il morbus anglicus), dall’altra parte i mezzi di comunicazione – osserva Maria Luisa Altieri Biagi – «non risparmiano parole difficili» ai destinatari dei loro messaggi, per non parlare dell’abuso di sigle, il cui significato è pressoché impossibile da memorizzare.

E allora, se i Cruscanti si augurano «che i mezzi d’informazione siano sensibili alla “questione della lingua” e aiutino a diffondere i nomi italiani delle cose», forse dovremmo chiedere loro di precisare «nomi italiani semplici delle cose»?



Tra morbus anglicus e morbus italicus, che il declino della lingua italiana sia davvero… ineluttabile? È una domanda aperta…



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Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,

che ne' monti di Luni, dove ronca

lo Carrarese che di sotto alberga,

ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca

per sua dimora; onde a guardar le stelle

e 'l mar no li era la veduta tronca.


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Daniele Ventre on :

Il parolone e il forestierismo sono le due facce della stessa medaglia. Sono i due connotati della lingua di una nazione fondamentalmente oligarchica, con una patina di democrazia solo superficiale. Sono i due tratti caratteristici della lingua di una pseudointellettualità e di una pseudopolitica, che cela il suo vuoto di pensiero e la sua sostanziale inefficacia dietro un barocco linguistico dei peggiori, fatto di ''autority'' e di convergenze parallele.

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