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Basilea 2: accesso al credito soltanto per meriti

È finita un’era nel rapporto tra banca e impresa? Parla Patrizio Gatti, consulente di direzione e formatore


Le banche, croce e delizia degli imprenditori, stanno ultimando i cambiamenti rivoluzionari imposti dall’accordo internazionale sul capitale detto Basilea 2, in vigore dal primo gennaio 2007. Si tratta di un sistema che stabilisce per gli istituti bancari l’accantonamento di quote di capitale proporzionali al rischio delle esposizioni di credito assunte. Ciò allo scopo di rendere più efficace il controllo dei finanziamenti erogati, valutati tramite il rating, una sorta di voto sul ‘merito’ del debitore. Il sistema Basilea 1, invece, prevedeva l’accantonamento fisso dell’8% del capitale prestato. Cosa cambierà, in sostanza, per le banche e per le imprese? Lo abbiamo chiesto a Patrizio Gatti, consulente e docente in corsi e seminari su Basilea 2.

«Con il nuovo accordo sarà il merito e non la dimensione dell’impresa a regolare l’accesso al credito, perciò le banche, per avere un costo del denaro minore, ossia accantonamenti più bassi, dovranno cercare di erogare finanziamenti a soggetti poco rischiosi».

Significa che anche le piccole imprese, se dotate di un buon rating, avranno le stesse opportunità delle grandi?

«Proprio così. Si parte dal presupposto che su una determinata esposizione, frazionata tra piccole imprese anziché essere concentrata su un unico soggetto, ancorché grande, grava un rischio inferiore».

Allora dov’è l’inghippo, visto l’allarmismo che circola?

«Buona parte delle piccole imprese non ha ancora percepito che sta iniziando una ‘rivoluzione culturale’ destinata a produrre effetti sul modo di pensare e di agire degli imprenditori. Manca la consapevolezza dell’importanza del merito creditizio di cui parlavamo poc’anzi, e ciò potrebbe causare ritardi e svantaggi in termini di competitività».

Cosa sta succedendo in questa fase transitoria?

«Le imprese già dotate di buoni rating stanno ricevendo dalle banche proposte di aumenti, anche consistenti, dei loro fidi, laddove altre imprese meno ‘solide’ stanno subendo riduzioni negli affidamenti o ‘disincentivi’ all’impiego delle linee di credito».

In pratica?

«In pratica è finita l’era dei finanziamenti concessi perché “trattasi di persona ben conosciuta” oppure di “impresa sottocapitalizzata che ha sempre onorato i propri impegni”. La soggettività della valutazione viene sostituita dall’oggettività dei numeri. Se prima un funzionario decideva in autonomia, pur nei limiti delle sue facoltà, ora non si sbilancia più, dipende sempre da altri, e il sistema si è irrigidito».

Qualche consiglio per le imprese?

«Il rating è la somma di molti dati: bilancio, andamento bancario, capacità organizzativa dell’impresa, storia aziendale, pianificazioni finanziarie eccetera. L’imprenditore dovrebbe valutare cosa privilegiare tra il vantaggio fiscale o l’accesso con meno problemi al credito, oppure tra l’offrire garanzie reali o aumentare il capitale investito nella sua impresa, per non dimenticare l’importanza di investire in strumenti di pianificazione e controllo, perché la “navigazione a vista” non è più consentita»

E per i giovani che partono da zero?

«Partono proprio da zero, nel senso che sono unrated cioè senza rating. In questi casi contano le garanzie che essi sono in grado di fornire e, in misura inferiore, la bontà del piano d’impresa. Comunque, alcune banche hanno studiato e messo sul mercato finanziamenti appositi, anche se di importo limitato, per le cosiddette start up, le imprese di recente costituzione».

Tiriamo le somme…

«Basilea 2 chiede alle banche la copertura del rischio tramite mezzi propri e le banche, a loro volta, chiedono alle imprese maggiore capitale proprio e minore indebitamento finanziario. Il rating porta le aziende a occuparsi maggiormente della loro sicurezza futura, evitando sempre di più di vivere alla giornata, ma ciò richiede un adeguato sistema di controllo di gestione. Se non c’è pianificazione, è un po’ come porsi alla guida di una macchina e viaggiare guardando solo lo specchietto retrovisore. Le realtà aziendali di minori dimensioni, inoltre, dovranno ricorrere ai consorzi di garanzia fidi delle associazioni di categoria. I consulenti e le stesse associazioni, infine, dovranno assumere il ruolo di “facilitatori” dei rapporti tra banca e impresa e dovranno diffondere in modo capillare le nuove regole di accesso al credito».

L’intervista è stata pubblicata da La Nazione oggi, 28 ottobre, Cronaca Carrara, pag. XV:



© Ottobre 2006 Massimo Binelli. Tutti i diritti riservati.





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Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,

che ne' monti di Luni, dove ronca

lo Carrarese che di sotto alberga,

ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca

per sua dimora; onde a guardar le stelle

e 'l mar no li era la veduta tronca.


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