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La ricchezza di un popolo

Di seguito riporto l’ultimo articolo della nostra cruscante Maria Luisa Altieri Biagi.



Esco da un convegno su “Le lingue europee”, organizzato dall’Accademia della Crusca e dalla Scuola superiore di lingue per traduttori e interpreti (Università di Bologna, sede di Forlì); ne ho ricavato due convinzioni: ci vorranno parecchi anni per realizzare in Europa quel multilinguismo che consentirà ai cittadini di dialogare fra loro senza rinunciare alla lingua nativa. Il dialogo europeo dipenderà dunque dall’efficacia (dalla quantità e qualità) della traduzione.

Nel frattempo, il modello ideale, per il cittadino multilingue, potrebbe essere quello dell’imperatore Carlo V (1500-1558), che -avendo ereditato dalla madre Giovanna di Castiglia e dal padre Filippo I d’Asburgo gran parte dell’Europa- si vantava di parlare italiano con le donne, francese con gli uomini, tedesco con il suo cavallo, e spagnolo con Dio. Uscendo dall’aneddoto, diciamo che la strada da percorrere, in vista dei futuri Stati Uniti d’Europa, potrebbe essere quella di un multilinguismo intelligente capace di alternare le lingue a seconda delle situazioni comunicative e delle esigenze espressive.

Bisognerebbe però distinguere due livelli, nell’apprendimento di una lingua straniera: il primo livello è capirla quando è parlata e scritta da altri (competenza passiva); il secondo livello è riuscire a scriverla e a parlarla (competenza attiva). Il primo livello -il più facile e rapido da raggiungere- consentirebbe già il dialogo internazionale. Conoscere più lingue sarebbe importante non solo per comunicare, ma anche per riuscire a filtrare in modi diversi il pensiero. Lo diceva già Giacomo Leopardi: «La nuda cognizione di molte lingue accresce anche per se sola il numero delle idee, e ne feconda poi la mente, e ne facilita il più copioso e il più pronto acquisto.» (Zibaldone, 2213-14).

L’alternativa al multilinguismo potrebbe essere il predominio dell’inglese su tutte le altre lingue, oppure un “impasto” linguistico europeo (koinè ) su base anglosassone. Gli scienziati utilizzano già l’inglese come “esperanto” della scienza: ma è una soluzione che sarebbe difficile (e doloroso) generalizzare. Lo diciamo con i versi siciliani di Ignazio Buttitta: «Un populu/ mittitulu a catina/ spugghiatulu/ attuppatici a vucca/ è ancora libiru. // Livatici u travagghiu/ u passaportu/ a tavola unni mancia/ u lettu unni dormi/ è ancora riccu. // Un populu, diventa poviru e servu/ quannu ci arrubbano a lingua/ addutata di patri: è persu pi sempri» (Lingua e dialettu, 1970).

Traduco in italiano concedendomi qualche libertà: «Un popolo rimane libero anche se lo mettono in catene, se lo spogliano di tutto, se gli chiudono la bocca; un popolo rimane ricco anche se gli tolgono il lavoro, il passaporto, la tavola su cui mangia, il letto in cui dorme. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua ereditata dai padri: allora sì, è perso per sempre!».



Pubblicato da La Nazione oggi, 20 luglio, in Cultura & Società, pag. 38. Non è disponibile il pezzo in formato jpg perché l’impaginazione non consente un agevole ritaglio dell’immagine.





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Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,

che ne' monti di Luni, dove ronca

lo Carrarese che di sotto alberga,

ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca

per sua dimora; onde a guardar le stelle

e 'l mar no li era la veduta tronca.


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Commenti

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Stef on :

Qual è l'etimo di "glissare" ?

Anonimo on :

Capisco che talvolta sia difficoltoso, soprattutto nel periodo del solleone (ma in orario quasi notturno non fa più fresco?), alzarsi, raggiungere uno scaffale lontano due o tre passi, cercare un buon dizionario, meglio se etimologico, sfogliarlo fino a trovare la parola desiderata… È molto più facile affidarsi alla buona volontà degli internauti, ma tutto ha un prezzo: in cambio di questa consulenza costata due gocce di sudore, proprio quelle da te risparmiate, cosa offri?

GLISSARE, Adattamento del francese glisser, incrocio di gliier (voce di origine francone) con glacer, anticamente glacier, “ghiacciare”, che nel medioevo ebbe anche il significato di “scivolare”. In italiano è usato glissare nelle due forme del gerundio e del participio, e in senso figurato nella forma glisons.

Soddisfatti o rimborsati!!! ;-)

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