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Il Blog di Massimo Binelli

Crescita Personale

Visualizza articoli per tag: Profezia che si autoavvera

Ne ho già parlato nella Pillola 168, dedicata a valori, aspettative, credenze, convinzioni, ovvero i “filtri” con cui elaboriamo la realtà percepita dai nostri sensi: la responsabilità dei pensieri che decidiamo di formulare e tenere in testa è soltanto nostra. Avevo spiegato che il pensiero è l’attività mentale mediante la quale noi esseri umani prendiamo coscienza di noi stessi e della realtà, formuliamo ipotesi e giudizi, elaboriamo contenuti e informazioni per arrivare a delineare la “mappa del mondo” in cui viviamo. Quindi, se ci ronza in testa un pensiero autolesionista, dobbiamo prendercene la colpa, così come dobbiamo prenderci il merito se scegliamo di farci cullare da un pensiero di successo. Nessuno potrà mai obbligarci a pensare a qualcosa a cui non vogliamo pensare, e siccome le emozioni discendono dai pensieri e dalle immagini che scorrono nella nostra mente, dobbiamo prenderci anche la piena responsabilità delle emozioni che stiamo provando. Come si passa, dunque, da un atteggiamento da perdenti a una Mentalità Vincente?

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«La prossima volta che devi decidere se prenderti carico di te stesso o meno, se fare o meno la tua scelta, poniti questa importante domanda: “Quanto manca alla mia morte?”. Con questa continua prospettiva, puoi ora compiere la tua scelta e lasciare a quelli che non muoiono mai i crucci, i timori, il dubbio se te la puoi permettere o meno, e il senso di colpa». Sono parole di Wayne Dyer, il noto psicologo statunitense autore del bestseller “Le vostre zone erronee”, già citato nella Pillola 160. La prima volta che le ho lette mi sono arrivate come un pugno nello stomaco. Ho rivissuto in un lampo tanti momenti di “lotta” con mia madre, dai quali sono sempre uscito sconfitto, e forse è questa la vera ragione per cui, con uno spirito di rivalsa, ho costruito la mia “galassia” attorno al concetto di Vincente.

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Uno dei miei più riusciti “marchi di fabbrica”, perché di invenzioni e di trovate linguistiche diventate ben presto dei tormentoni ne ho collezionate un bel po’, è la Formula CCCP, spiegata nella prima sessione del videocorso AtletaVincente.com e nella Pillola 1 del mio libro. È un appiglio mnemonico per ricordare in modo simpatico come deve essere formulato un pensiero efficace, e se è il primo pilastro su cui poggia il mio percorso di allenamento mentale, puoi capire quanto siano importanti le “parole” che pensiamo e quelle che pronunciamo. Oggi ti parlo di altre due parole fondamentali: “se” e “quando”.

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Ogni tanto mi fermo a contemplare la libreria del mio studio, che contiene qualche migliaio di volumi. Lascio correre lo sguardo, aspetto che si posi sulla prima copertina che lo attrae, sfilo il libro e rileggo un capitolo a caso. Nei giorni scorsi mi è capitato tra le mani “Seta”, il noto romanzo di Alessandro Baricco pubblicato nel lontano 1996. L’ho aperto nel punto in cui Hervé Joncour, il mercante di bachi da seta, trova Baldabiou, l’uomo d’affari che fece diventare Lavilledieu, il paese del sud della Francia dove è ambientata la storia, un importante centro di produzione della seta, intento a giocare a biliardo. Baldabiou, cito dal testo, «giocava sempre da solo, contro sé stesso. Partite strane. Il sano contro il monco, le chiamava. Faceva un colpo normalmente, e quello dopo con una mano sola. Il giorno in cui vincerà il monco – diceva – me ne andrò da questa città. Da anni il monco perdeva». In un istante ho avuto l’illuminazione per questa Pillola di Coaching. Ecco perché è importante, se non proprio rileggere, almeno sfogliare i propri libri preferiti di tanto in tanto: a distanza di tempo, emergono sempre nuovi livelli di osservazione.

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Torno ancora una volta sul tema rovente del dialogo interno, argomento ampiamente trattato nella prima sessione gratuita del mio progetto Atleta Vincente, alla quale ti rimando anche se non sei un atleta (tanto, ripeto, è gratis!). Il pensiero negativo è come l’Idra di Lerna: per ogni testa che gli tagli, gliene ricrescono due! Ma ti rassicuro, non serve la forza di Ercole per sconfiggerlo, basta solo un po’ di astuzia. Nelle 112 Pillole che ho sfornato finora, ti ho già rivelato numerosi trucchi; oggi ne aggiungiamo un altro molto potente.

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A fine 2016 è uscito “Le sfumature della mente in un colpo di stecca”, di Ettore Zubani e Fabio Bardon, edito da La Caravella. È un libro, che si apre con la mia prefazione, dedicato all’importanza della potenza mentale nel biliardo, e con gli autori, uno dei quali ha seguito con successo il videocorso Atleta Vincente, durante la stesura dell’opera, c’è stato un continuo scambio di idee. Molti spunti su tecniche e strategie mentali efficaci per affrontare allenamenti e partite, tratti proprio dal videocorso, sono poi diventati parte integrante del lavoro. Quali sono i punti deboli di un biliardista?

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Ricordi cosa dicevo nella Pillola 58, dedicata alla profezia che si autoavvera, e nella Pillola 73 in cui ho rivelato il “segreto” per essere felici, sani e avere successo? Dicevo che la tua mente, nel bene e nel male, ti accontenta sempre, sia quando desideri intensamente che ti accada qualcosa di positivo, sia quando inconsciamente ti stai auto-sabotando. Ma c’è un problema: è molto più facile e comodo allontanarsi da… successo, salute, soldi, amore, giusto per citare quattro esse molto comuni (anche l’ultima parola inizia per esse, fai bene attenzione!), piuttosto che andare verso il successo, la salute, i soldi, l’amore… Hai forse la sensazione che io abbia appena fatto scoccare un accecante lampo di ovvietà?

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Nelle discipline sportive dove gli atleti si confrontano su distanze da percorrere, serie da completare o punteggi da raggiungere, le “misure ufficiali” creano assuefazione e diventano barriere mentali, soprattutto in allenamento, all’approssimarsi delle quali si innesca la profezia che si autoavvera. Per questa ragione, dobbiamo ingannare la nostra mente.

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Nella sesta sessione del videocorso Atleta Vincente do questa definizione di autostima: «Avere autostima vuol dire conoscere il proprio valore, pur nella consapevolezza dei propri limiti». Significa che bisogna avere coscienza della propria dignità, prima come persona e poi come atleta. Significa che dobbiamo possedere la chiara percezione del proprio sé, rispettarsi e avere fiducia nella capacità di esercitare il controllo efficace delle possibili situazioni che ci troviamo ad affrontare, nella vita, in allenamento o in gara. Ecco la domanda: si può potenziare il motore dell’autostima?

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Nelle mie Pillole ho già affrontato da diversi livelli di osservazione il tema dell’ansia, uno stato emotivo legato a quello della paura, con la quale spesso instaura un legame molto stretto. La paura è una reazione involontaria, nata come meccanismo di difesa che discende dall’evoluzione dell’uomo, mentre l’ansia è il risultato di una elaborazione soggettiva, ossia dalla valutazione che ciascuno di noi fa di un determinato segnale di pericolo. Cosa si intende, dunque, con la definizione “ansia anticipatoria”?

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