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Il Blog di Massimo Binelli

Crescita Sportiva

Lunedì, 31 Ottobre 2016 00:00

Gimbo Tamberi, come superare i rimpianti (Accetta il passato e vivi nel presente)

Per questa Pillola prendo spunto dalle parole di Gianmarco “Mezzabarba” Tamberi, alias Gimbo, tratte da un’intervista rilasciata al QN nel giorno di esordio dell’atletica a Rio 2016, il 12 agosto scorso. È passato un po’ di tempo, ma il senso della riflessione è sempre attuale. Rispondendo al cronista che gli chiedeva «cosa pensa ogni volta che rivede quel salto che è costato l’Olimpiade e una probabile medaglia», Gimbo disse (cito testualmente): «L’ho rivisto tante volte il salto. È sbagliato dice il mio mental coach, è sbagliato dice mio padre, è sbagliato dice la mia ragazza. È sbagliato rivederlo, ma non ci riesco perché se ci penso credo sia una cosa impossibile, quindi lo rivedo e penso “è impossibile”». Sembra impossibile, caro Gimbo, perché tutto stava andando a meraviglia, ma è successo, e succede a molti atleti di infortunarsi alla vigilia di un appuntamento importante. Cosa poteva fare Gimbo per archiviare Rio 2016, mettere da parte i rimpianti e puntare a Tokyo 2020, e cosa può fare chi dovesse trovarsi nella sua situazione?

Il sogno che svanisce in un... crac
Gianmarco "Gimbo" TamberiRicordi cosa è capitato a Gimbo, vero? A un mese dall’inizio dei Giochi Olimpici, a Montecarlo, nona tappa della Diamond League, il nostro Mezzabarba stabilisce il nuovo primato italiano con 2,39 (misura che sarebbe valsa un oro a Rio, ma tent’è…). A quel punto tenta il 2,41, ma negli ultimi appoggi della rincorsa qualcosa va storto e proprio nel momento dello stacco la caviglia fa crac. Nei suoi occhi, spalancati in un volto contratto dal dolore, tutto il mondo vede sfumare il sogno olimpico.

Tamberi è giovane, avrà modo di rifarsi, ma è ugualmente dura da digerire. L’obiettivo su cui aveva puntato anni di lavoro (e anche l’unica speranza di un oro per l’atletica leggera italiana) sfuma in un attimo. E ora? Come si affronta il futuro, con questo potente ancoraggio negativo che spinge il nostro campione a rivedere fino allo sfinimento il salto fatidico?

Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...


L’atleta indistruttibile non esiste
Nella decima sessione del videocorso Atleta Vincente, parlo di sconfitta, di fallimento, di passi falsi, e mai come in questo caso si può parlare di passo falso. Basta un microniente, un appoggio spostato di qualche millimetro e assieme al legamento della caviglia in un istante si spezza anche il sogno di gloria. L’atleta perfetto e infallibile non è stato ancora inventato e non c’è programma di allenamento mentale e mental coach che tenga: la sconfitta, in senso lato, va messa in conto, prima o poi arriva. Nel caso del nostro Gimbo è arrivata nel momento peggiore, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio.

Nel videocorso rivolgo una domanda agli atleti che hanno già seguito le altre nove sessioni, ma se segui le mie Pillole per te non è nuova: sei consapevole dell’importanza di accettare i fallimenti per continuare a crescere, ossia, per dirla in altre parole, del fatto che per riuscire a vincere bisogna saper “perdere”?

I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.


Tradotto, significa che chi ha dato amorevoli consigli a Gimbo, HA RAGIONE! Restare impantanati nel passato, vedere e rivedere quel video fino allo sfinimento, non è utile, perché quel che è fatto è fatto, e poi perché rimuginare è dannoso e inquina la mente.

Bisogna esercitare l’arte dell’accettazione, dirsi che è andata così e anziché restare ancorati all’idea che poteva andare diversamente, occorre far pace il più in fretta possibile con la nuova realtà e tornare nel presente. È una forma di rielaborazione, un piccolo lutto di cui farsi una ragione. Sebbene il paragone possa sembrare forzato, l’atteggiamento da adottare è il medesimo che dovremmo tenere quando si subisce la perdita di una persona cara. Occorre lasciar scivolare l’accaduto nell’oblio, dolcemente, perché tentare di tenere in vita il passato, con pensieri e azioni irrazionali, fa del male a noi e a chi ci sta vicino.



Ogni sconfitta è un’opportunità di rinascita

Un grave infortunio per un atleta che si trova al culmine della propria forma è una ferita profonda nell’anima, tuttavia proviamo a domandarci se c’è un lato positivo. Ad esempio, abbiamo visto Gimbo a Rio nei panni del commentatore tv, onore che di solito è riservato alle vecchie glorie, quindi possiamo dire che Mezzabarba ha avuto ugualmente il suo momento di riscatto planetario, effetto collaterale “positivo” dell’infortunio. Si tratta di cambiare immediatamente livello di osservazione: invece di considerare la sconfitta come un “evento mortale”, guardiamola come un’opportunità di rinascita, e si apriranno nuovi orizzonti.

Alex ZanardiGimbo, mi rivolgo a te: hai presente Alex Zanardi? Nel 2001, ha avuto un infortunio leggermente più grave del tuo. Nel film “Adrenalin”, uscito nel 2014, la sua testimonianza fa venire i brividi anche al mental coach: «Sono Alex Zanardi – dice –, e se non avessi avuto l’incidente in cui ho perso le gambe, ora non sarei così felice».

Nella sua seconda vita sportiva come corridore in handbike, Alex ha conquistato due ori ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, due ori a Rio 2016, a cinquant’anni, e otto titoli ai Campionati Mondiali su Strada dal 2011 in poi, un palmares destinato a crescere anno dopo anno.

Zanardi si definisce «un grande ottimista, un uomo che ha imparato che nella vita fino a quando hai qualcosa per cui combattere anche le grandi sconfitte possono diventare le più grandi vittorie». Tre anni fa, alla domanda “dove saresti se il tuo incidente non fosse mai successo”, rispose: «Forse sarei un ragazzo con le gambe, ma non felice come sono oggi. Sono una persona fortunata perché all’età di 47 anni le cose per me non sono ancora finite».

Per continuare a vincere bisogna imparare a perdere
Gianmarco "Gimbo" TamberiUn piccolo legamento prontamente ricostruito contro due gambe portate via inesorabilmente in uno schianto terribile tra due auto. Gimbo, a causa di quel piccolo legamento hai scoperto la tua fragilità di uomo che piange per giorni, la tua vulnerabilità di atleta che scopre di non essere indistruttibile, ma io sono certo che la lezione che ricaverai dalla tua sconfitta e tutto quello che ne è seguito ti porterà a vincere, come e più di prima, perché ci metterai ancora più energia, l’energia del riscatto. Piangersi addosso per gli insuccessi o per gli infortuni non aiuta a diventare dei numeri uno.

Accetta la tua personalissima sconfitta, assumiti la responsabilità delle tue azioni e recupera in fretta la tua autostima. Come dico in chiusura della decima sessione del videocorso, la delusione del momento deve diventare una forza esplosiva per la vittoria più bella, «quella che deve ancora venire», come amava ripetere il Drake, Enzo Ferrari. Inizia a pensare a Tokyo 2020.

Concludo con la citazione della mia regola numero 17:

 

Il giorno in cui considererai una sconfitta come un’opportunità straordinaria di rinascita, potrai dire di essere diventato un Atleta Vincente, perché per vincere prima di tutto bisogna saper perdere.


È il momento di agire!
Vuoi affrontare assieme a me il percorso che ti permetterà di superare i tuoi rimpianti e tornare a vivere immediatamente nel presente, con nuovi obiettivi sportivi, professionali o personali da raggiungere? Contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)

 

Ultima modifica il Venerdì, 22 Novembre 2019 10:52

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