Arsenico e vecchi merletti
Nella Pillola 66 dicevo che chi si lamenta in continuazione intossica la sua mente e la mente delle persone che gli stanno accanto e ti invitavo a stare alla larga da chi non vede l’ora di rovesciarti addosso tutti i suoi problemi, le sue paure, le sue angosce, ricordi? Le chiacchiere inutili sono dannose per tutti, per chi le subisce e, soprattutto, per chi le alimenta. Più di una volta mi è capitato di ritrovarmi nell’impossibilità di sottrarmi al fuoco di fila di chi ha approfittato della mia presenza, in treno, in aereo, in auto o in altre circostanze senza via d’uscita, per raccontarmi le sue disgrazie. Il fatto è che quasi mai si tratta di un dialogo, perché quella persona, anche restando in silenzio, senza interagire, continua a parlare, interessata soltanto ad ascoltare se stessa e non la mia opinione. È come se andasse in scena la peggior rappresentazione del teatro dell’assurdo.
Chi si lamenta è convinto che sfogarsi con qualcuno lo faccia star meglio, lo aiuti a scaricare le tensioni, ma è soltanto un’illusione, perché continuare a parlare dei propri problemi non fa altro che tenerli vivi, costantemente ancorati al presente, anche quando si tratta di situazioni che risalgono al passato remoto.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Che fare, dunque, quando la testa è affollata da lamenti e tormenti che non danno pace? La soluzione è semplice: uscire dal teatro dell’assurdo ed entrare nel mondo del silenzio.
Sì, hai capito bene, il silenzio. Il silenzio è una cura meravigliosa per la mente. Nella pratica della meditazione si cerca di raggiungere il silenzio dei pensieri, perché in quella condizione la mente riposa ed inizia a rigenerarsi. Alla stessa stregua, dobbiamo provare il valore del silenzio delle parole, anch’esso curativo e foriero di benessere. Dobbiamo imparare a far scivolare dolcemente nell’oblio tutto ciò che ci ossessiona, perché le parole inutili stancano, chi le pronuncia e chi le ascolta, e impediscono al cervello di recuperare le energie, in un circolo vizioso dal quale non è facile uscire.
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Parole inutili, nemiche del piacere e del benessere
Da tempo si sente parlare dei benefici del digiuno, una pratica a scopo purificatore o terapeutico la cui efficacia è stata oggetto di indagini scientifiche. Ebbene, il silenzio consapevole può avere per la mente lo stesso effetto che il digiuno ha per il corpo. Se ne hai la possibilità, prova a prenderti un’ora, mezza giornata o un giorno intero tutto per te e proclama lo “sciopero dell’ugola”. Sarà dura isolarsi dal mondo, evitare di rispondere al telefono (si potrebbe inviare un messaggio…) e sottrarsi alle tentazioni del pettegolezzo selvaggio, ma scoprirai quanto può essere benefico.
Bisogna disintossicarsi dalle chiacchiere, dalle ossessioni per gli errori del passato, dalla smania di condividere le nostre sventure. È una forma di dipendenza che rende schiavi della sofferenza e allontana dal piacere, vissuto quasi come una colpa. Se continuiamo a pensare e a parlare dei problemi, la nostra mente crea immagini di quelle situazioni, e questo accade perché il pensiero è l’attività psichica mediante la quale l’essere umano prende coscienza di sé e della realtà, formula giudizi ed elabora informazioni per arrivare a definire la “mappa del mondo” in cui vive.
La mente non conosce la differenza tra un evento reale e uno intensamente e ripetutamente immaginato, perciò chi si rappresenta sempre in modo negativo finisce per credere di non avere altra scelta. Chi è in questo vicolo cieco recita una parte dalla quale non può più uscire, la parte della persona sfortunata, malata, incompresa, sfruttata e così via, e in questa situazione può persino arrivare a provare una sorta di piacere perverso.
Oltre ad apprezzare il valore del silenzio, cosa si può fare grazie all’allenamento mentale per abbandonare il personaggio nel quale ci ritroviamo imprigionati e riscoprire la vera essenza di sé, la propria identità?
Innanzitutto si può imparare a controllare e riformulare i pensieri in modo corretto. Poi è possibile apprendere le tecniche per visualizzare sé stessi in modo positivo, affinché la mente possa credere che esiste un’alternativa al buio.
È il momento di agire!
Vuoi saperne di più sul percorso che potresti fare assieme a me per riappropriarti della tua positività? Contattami e ne parliamo. Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)