Il caso
Ebbene, mi sono reso conto che il “centimetro alla volta” che ci permette di scalare le pareti dell’inferno è una strategia che avevo usato in passato, senza rendermene conto più di tanto, per affrontare per la prima volta il fatidico giro della morte, il giro di pista, i 400 metri, terrore puro per ogni velocista. Il solo pensiero di dover correre alla massima velocità possibile per un intero giro di pista mi devastava. Se non hai idea di cosa significhi, compra la biografia di Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo (che non mi paga per questa pubblicità gratuita, sia chiaro), e leggi cosa dice quando parla di quelle che erano le sue gare, ossia i 200 e i 400 metri piani, prima di dedicarsi ai 100 e ai 200. Racconta del cosiddetto “momento di non ritorno” che arrivava durante l’allenamento per i 400 metri, definito un istante di agonia pura in cui il corpo ti grida di smettere perché il dolore è intollerabile e ti viene da vomitare.
Vuoi che te la racconti io? Ok, clicca e guarda il video...
Fai a pezzi il tuo "mostro"
Dunque, quale strategia ho usato io per vincere la paura, il terrore puro, del giro della morte? Ho spezzettato questa grande paura, questo mostro invincibile, in parti più piccole, più abbordabili, per così dire. Alla partenza puntavo a metà curva e mi dicevo “dai, sono solo 50 metri, ce la puoi fare”. Quando arrivavo a metà curva, immaginavo di ripartire da lì e mi dicevo che altri 50 metri, fino alla fine della curva, avrei potuto correrli senza problemi. A fine curva, puntavo a metà rettilineo e mi convincevo che altri 50 metri erano alla mia portata, e così via fino alla fine della seconda curva, quando si arriva sul rettilineo finale. Anche gli ultimi 100 metri li dividevo in due, perché il traguardo, dopo 300 metri, sembra lontanissimo, mentre 50 metri li vedi a pochi passi. Giunto a 350 metri, inquadravo il traguardo, che a quel punto era davvero vicino, anche se sembrava che la pista si chiudesse a imbuto, e stringevo i denti per le ultime falcate. In sostanza, mi costruivo una “bolla” ogni 50 metri, e quei 50 metri erano il mio “qui ed ora”, senza farmi condizionare né da quelli appena fatti né da quelli ancora da percorrere.
I miei libri: “Atleta Vincente”, che contiene 47 strategie per diventare campioni nello sport e nella vita, e “Pillole di Coaching”, che propone 60 Esercizi di allenamento mentale e 40 Domande Potenti per diventare mental coach di sé stessi.
Avevo ridotto un mostro invincibile in otto mostriciattoli più piccoli, che potevano essere sconfitti. Questa tecnica, opportunamente sviluppata e adattata, ci permette di scalare persino le pareti dell’inferno, “un centimetro alla volta”, come diceva coach Al Pacino. Cosa possiamo fare assieme per frantumare le tue paure? Posso aiutarti a prendere consapevolezza del “mostro” e fornirti gli strumenti per spaccarlo in pezzetti più abbordabili, più digeribili. Anche per mangiare un panino enorme dobbiamo dare un piccolo morso dietro l’altro: tutto intero riesce a ingoiarlo soltanto Poldo, l’amico di Braccio di Ferro, ma è un cartone animato!
È il momento di agire!
Che ne pensi di lasciare proprio tu il primo commento qui sotto? Come dico sempre, “alza le chiappe dal divano e muoviti, fai il primo passo verso il tuo obiettivo”, e anche rompere il ghiaccio con un’opinione o una domanda è un modo per uscire dal torpore e passare all’azione, non credi? ;)